sabato, dicembre 24, 2005
posted by Fabrizio Giannone at 17:48
Un saluto ai miei compagni di viaggio che rivedro a gennaio!

























 
mercoledì, dicembre 07, 2005
posted by Fabrizio Giannone at 16:27
E' un pò che non aggiorno il blog con un post decente, vuoi la mancanza di ispirazione, leggi rabbia, di tempo e di voglia, fattostà che ho tralasciato un pò questa strada. Come in tutto. Come nella vita. Grandissimo l'inizio, un pò meno la continuazione. Come uno di quei libri che, dopo aver letto il primo capitolo hai l'idea che sia il libro della tua vita, al secondo capitolo lo chiudi, lo appoggi sul comodino e non lo aprirai mai più. Non va.
La vita continua a giracchiare al minimo, non dico che rantola, ma non respira nemmeno a pieni polmoni. Manca nettamente qualcosa. E' una sensazione tattile ormai. Torno a pensare alla mediocrità. Nella media.
Il tempo passa e davanti agli occhi scivolano persone e situazioni già viste, cose in cui ho giurato non mi sarei più buttato e in cui puntualmente mi butto. Morbosità.
Il colore e l'odore. Voglio tornare a sentirli come facevo prima, non con gli occhi o col naso. Con la pelle. Voglio dinuovo sentire scorrere la vita. Vivere. Non è tutto qui, lo so, non si tratta solamente di crescere. Non voglio accontentarmi. Voglio soffrire, piangere di gioia, esaltarmi. Godere.
Le ombre che mi lambiscono, tolto qualche piacevole amico, sono da eliminare. La paura di sbagliare, le ansie. Vale la pena di continuare una situazione se in questo momento ogni campanello di allarme suona? Quando il tuo ying ti dice che avrai solo da perdere, che tanto non sei tu che decidi, che tanto l'altra persona ha già deciso per tutti e due, quando il tuo yang ti grida che non troverai mai null'altro per il quale valga la pena vivere, che tu riesci a riconoscerti solo in situazioni difficili, che il tuo scopo e quello. Bene e male. Liscio e ruvido. Bianco e nero. Continuo a vedere la vita attraverso lenti deformanti. Non riesco ad accettare i compromessi e mi sento sempre più stretto nella pelle del mio corpo. Ho la sensazione di stare per scoppiare. Kamikaze dei sensazioni.
La velocità e la sua mancanza. A volte penso di non essere fatto per tutto questo, che la mia vita potrebbe risolversi in una famiglia qualsiasi, di quelle in cui nessuno conosce nulla degli altri, in una serie di frequentazioni inutili, di quelle in cui nessuno conosce nulla degli altri, in un lavoro piatto, in cui nessuno conosce quello che sta facendo. Sto rallentando.
Vorrei andare via. Forse, inizio a pensarlo, Milano è troppo vicino, troppo facile. Ho ancora poco tempo per decidere. Probabilmente sarà la vacanza a Barcellona e il mio viaggio in Turkia a decidere per me. Sono quasi certo ormai che il nostro capodanno in Spagna ci porterà spiacevoli notizie, e che stupirà sicuramente qualcuno di noi. Una mia parte sconosciuta agli altri uscirà fuori: quali saranno le reazioni. Il viaggio a Instambul penso porterà la fine del mio problema. Ogni volta in cui mi imbatto in lui la mia vita è a una svolta, decisiva o meno, è ad un incrocio. Chissà questa volta quale direzione prenderò. L'università, il mio avvicinarsi ad Acqui, il mio primo lavoro, il secondo, Milano per la seconda volta oppure ancora Nizza. Oppure qualcos'altro. Quante parole sono volate leggere e lontano. Saranno servite? Servite a me?
Voglio tornare a gridare. Il mondo deve sentirmi dinuovo.
 
lunedì, dicembre 05, 2005
posted by Fabrizio Giannone at 08:17
Ora che la danza è finita, ora che le nostre anime sono dinuovo disgiunte, sento la distanza che ci separa con una violenza inaudita. Continuo a chiedermi cosa manca, quanto dovrò ancora aspettare per trovare qualcuno che si racconti davvero. Ho paura che il tempo porti via con se la magia di questa storia; l'odore rimane sempre di meno tra le dita e la mia anima inizia a chiedermi sempre più attenzioni. Speriamo rimanga.