domenica, maggio 27, 2007
posted by Fabrizio Giannone at 09:49
Forse sta a pochi metri da me
Quello che cerco e vorrei trovare
La forza di fermarmi
Perchè sto già scappando mentre non riesco
A stringere più a fondo e ora che sto correndo
Vorrei che fossi con me
Che fossi qui
Sento a pochi metri da me
Quello che c'era e vorrei trovare
La forza di voltarmi
Perchè se stai svanendo io non ci riesco
A stringere più a fondo ora che sotto il mondo
Vorrei che tu fossi qui
Che fossi qui
 
venerdì, maggio 25, 2007
posted by Fabrizio Giannone at 17:36

Come non dedicare un post al caffè più strano del mondo. Qui si mangia, non si beve il caffe. Filosofie diverse, ma non per questo deprecabili.
Trascorre la vita in questo angolo del mondo, un pò sotto assedio a dir la verità nell'ultimo periodo, ma anche qui il mio mondo rotola. Sempre più sereno, sempre più tranquillo. Costruisco. Un pezzo per volta. Senza essere ingordo, trovo il mio spazio.

Strade che si lasciano guidare forte
Poche parole piogge calde e buio
Tergicristalli e curve da drizzare
Strade che si lasciano dimenticare
Strade che si lasciano guidare forte (andare via così)
Poche parole piogge calde e buio (via così… via così)
Tergicristalli e curve da tremare
Strade che si lasciano dimenticare
 
venerdì, maggio 18, 2007
posted by Fabrizio Giannone at 17:32
Stanca, sembri solo stanca
nella notte bianca
d’indifferenza che
parla mentre guida parla,
seguitando parla
fa il grande ed offre lui…
e il giorno non c’è più.

Radio, voci tra i rumori,
pausa idrocarburi
e cessi luridi.
E bere
fondi di piacere
in polvere e partire…
è in vena ed offre lui.

GIORNI A PERDERE PER
NOTTI A FAR FINTA CHE SAI VIVERE
SCIOGLIERE SCORIE NEL VUOTO CHE C’È
SENZA GUARDARE MAI SOTTO DI TE.

Luci, gente indifferente
vortica nel niente,
puoi sempre ridere.

E stare, non ci vuoi più stare,
forse vomitare
che in fondo è facile…
che è sempre facile.

Mani, chiede le tue mani,
i tuoi discorsi strani
non gli interessano.

Mani, tra le gambe mani,
forse è già domani
o è un altro attimo.

GIORNI A PERDERE PER
NOTTI A FAR FINTA CHE SAI VIVERE
SCIOGLIERE SCORIE NEL VUOTO CHE C’È
SENZA GUARDARE MAI SOTTO DI TE.
GIORNI A PERDERE TE
GIORNI A PERDERE TE.

Fuori, scappi ed esci fuori,
fuori dai rumori
è notte limpida
di stelle, tra le insegne stelle,
di bambina stelle
indifferenti...
e scoppi a piangere.

GIORNI A PERDERE PER
NOTTI A FAR FINTA DI VIVERE
SCIOGLIERE SCORIE NEL VUOTO CHE C’È
SENZA GUARDARE MAI SOTTO DI TE.
GIORNI A PERDERE TE
GIORNI A PERDERE TE
GIORNI A PERDERE TE
 
posted by Fabrizio Giannone at 08:12
Per il bambino che cammina nel mio cuore,
ma non ha più le mie gambe.
Che si meraviglia del mio mondo,
ma non ha più i miei occhi.
Che dorme affianco la notte,
ma non condivide con me il letto.
Che non conosce ancora il mio dolore,
ma ha le stesse mie lacrime.
Che ancora non c'è,
ma che spero un giorno venga.
 
giovedì, maggio 17, 2007
posted by Fabrizio Giannone at 08:25

Giovedì mattina. Sono le sette e pochi minuti. I miei piedi sono là in fondo al letto, fuori dalle lenzuola, fanno fatica a stare fermi. Hanno guardato il loro papà accarezzare e baciare coscie, decisamente felici. Hanno danzato insieme al resto del corpo un balletto antico come l'uomo. Esausti si sono fermati ad accarezzare altri piedi. Ora sono elettrici, nel guardarmi sprecare tempo, nel sapermi deluso. Ma quanto vi amo.
 
mercoledì, maggio 16, 2007
posted by Fabrizio Giannone at 09:56
Seduto sul terrazzo della vita osservo la mia città camminare lentamente. Il cielo sembra sanguinare trafitto da stiletti di luce, attraversando le poche nuvole che fermano lo sguardo. I pensieri diventano fluidi. Ricchi e colorati. Il vino nero che ricorda un compagno, mi sorride con mille sfumature. Sereno.
Ricordo gli amici. Gli amori. Irrispettosi gli occhi vagano tra le persone sconosciute. Le sento camminare, le accarezzo di nascosto, me ne arricchisco. Torno al cielo, torno ad Addio alle Armi. Torno.

Neri quei giorni che passano senza di te
Quasi convinto che in fondo sia meglio così
Allentare la presa per merito di
Chi mi consola ed esorta alla rinuncia
Ma la pelle rigetta quel sorriso che
Trapiantato da bocche riverenti
No, lo sai non funziona su di me
Ostinato a ripetere tra i denti

Brucia ancora che prima o poi ritornerò
Conservo di nascosto sempre lo stesso smalto
Non temere zeta reticoli on my mind
Aspetterò il momento per un migliore slancio






 
lunedì, maggio 14, 2007
posted by Fabrizio Giannone at 15:55
Il cielo scorre alle mie spalle. Il tempo lo segue. La piccola finestra sulle colline del monferrato mi fa correre lontano nel tempo e nello spazio. Penso ai cambiamenti continui e repentini che la vita mi appiccica addosso. Tremo. In fondo li accolgo e decido io.
L'immagine di un cane che mi fa le feste, non il mio. Piango. Felice di ciò che ho conosciuto. Triste di cosa ho dovuto tralasciare. Sento il vento sulle braccia, sul collo. Ne godo. Lo stato diventa febbricitante. La vita. Quanta ne entra, quanta ne esce. Cerco il mio pivot. Non esiste purtroppo. Anche il cuore giace inutilizzato da troppo tempo. Nessuno a cui consegnarlo. Nessuno a guardare i fiori sbocciare, le nuvole muoversi. E la vita continuare.

I don't belong to you,
you don't belong to me.
But just an angel.
not in my sky.
no more in my sky.
And I cry.
 
venerdì, maggio 11, 2007
posted by Fabrizio Giannone at 09:56
Uno degli aspetti più micidiale dell'attuale cultura, è di far credere che sia l'unica cultura... invece è semplicemente la peggiore.

Bèh gli esempi sono nel cuore di ognuno... per esempio il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni alla settimana è la cosa più pezzente che si possa immaginare.
Come si fa a rubare la vita agli esseri umani in cambio del cibo, del letto, della macchinetta...

Mentre fino ad ieri credevo che mi avessero fatto un piacere a darmi un lavoro, da oggi penso:
"Pensa questi bastardi che mi stanno rubando l'unica vita che ho, perché non ne avrò un'altra,
c'ho solo questa.. e loro mi fanno andare a lavorare 5 volte, 6 giorni alla settimana e mi lasciano un miserabile giorno.. per fare cosa? come si fa in un giorno a costruire la vita?!"

Allora, intanto uno non deve mettere i fiorellini alla finestra della cella della quale è prigioniero
perché sennò anche se un giorno la porta sarà aperta lui non vorrà uscire...

Deve sempre pensare, con una coscienza perfetta:
"Questi stanno rubandomi la vita, in cambio di due milioni e mezzo al mese, bene che vada,
mentre io sono un capolavoro il cui valore è inenarrabile"

Non capisco perché un quadro di Van Gogh debba valere 77 miliardi e un essere umano mille euro al mese, bene che vada.
Secondo me, poi, siccome c'è un parametro che, con le nuove tecnologie, i profitti sono aumentati almeno 100 volte... e allora il lavoro doveva diminuire almeno 10 volte! Invece no! L'orario di lavoro è rimasto intatto. Oggi so che che mi stanno rubando il bene più prezioso che mi è stato dato dalla Natura. Pensa alla cosa più bella che la Natura propone, che è quella di, mettiamo, di fare l'amore, no?!

Immagina che tu vivi in un sistema politico, economico e sociale dove le persone sono obbligate, con quello che le sorveglia, a fare l'amore otto ore al giorno... sarebbe una vera tortura... e quindi perché non dovrebbe essere la stessa cosa per il lavoro che non è certamente più gradevole di fare l'amore, no?! Per esempio il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni alla settimana -certo c'ho il mitra alla nuca- lo faccio, perché faccio il discorso: "Meglio leccare il pavimento o morire?"
"Meglio leccare il pavimento" ma quello che è orrendo in questa cultura è che "leccare il pavimento" è diventata addirittura una aspirazione, capisci?

Ma è mostruoso che il tipo debba andare a lavorare 8 ore al giorno e debba essere pure grato a chi gli fa leccare il pavimento, capisci?
Tutto ciò è "oggettivamente" mostruoso, ma la dove la coscienza produce coscienza, tutto ciò è "effettivamente" mostruoso...

"SI VABBE' MA ORMAI E' IRREVERSIBILE LA SITUAZIONE"

Si, tu fai giustamente un discorso in difesa di chi ti opprire, perché è il tipico dello schiavo, no?! Il vero schiavo...il vero schiavo difende il padrone, mica lo combatte. Perché lo schiavo non è tanto quello che ha la catena al piede quanto quello che non è più capace di immaginarsi la libertà.

Ma rispetto a quello che tu mi hai detto adesso: quando Galileo ha enunciato che era la Terra a girare intorno al Sole, ci sarà sicuramente stato qualcuno come te, che gli avrà detto:
"Eh si! sono 22 secoli che tutti dicono che è il Sole che gira intorno, mò arrivi te a dire questa stronzata... e come farai a spiegarlo, a tutti gli esseri umani?" e lui: "Non è affar mio, signori..."

"Allora guarda, noi intanto ti caliamo in un pozzo e ti facciamo dire che non è vero, così tutto torna nell'ordine delle cose"... hai capito? Perché tutto l'Occidente vive in un'area di beneficio perché sta rubando 8/10 dei beni del resto del Mondo. Quindi non è che noi stiamo vivendo in un regime politico capace di darci la televisione, la macchina,... no.

E' un sistema politico che sa rubare 8/10 a 3/4 di Mondo e da un pò di benessere a 1/4 di Mondo, che siamo noi...
quindi, signori miei, o ci si sveglia... o si fa finta di dormire... o bisogna accorgersi che siete tutti morti...
 
mercoledì, maggio 09, 2007
posted by Fabrizio Giannone at 15:22
And now...the news:
Louie louie
Oh baby I gotta go
Louie louie
Oh baby I gotta go
The communist world is fallin apart
The capitalists are just breakin hearts
Money is the reason to be
It makes me just wanna sing louie louie
Louie louie
Oh baby I gotta go
Louie louie
Oh baby I gotta go
A fine little girl is waitin for me
But I ’m as bent as dostoevsky
I think about the meaning of my life again
And I have to sing louie louie again
Louie louie
Oh baby I gotta go
Louie louie oh baby
I gotta go
Let’s give it to’ em right now
Oh man, I dunno like...health insurance
The homeless & world peace
& aids & education ... i’ m tryin to do right
But. ..hey
Life after bush & gorbachev
The wall is down but something is lost
Turn on the news it looks like a movie
It makes me wanna sing louie louie
Louie louie
Oh baby I gotta go
Let’s go
 
lunedì, maggio 07, 2007
posted by Fabrizio Giannone at 09:55
Che cos'è l'amor
chiedilo al vento
che sferza il suo lamento sulla ghiaia
del viale del tramonto
all' amaca gelata
che ha perso il suo gazebo
guaire alla stagione andata all'ombra
del lampione san soucì

che cos'è l'amor
chiedilo alla porta
alla guardarobiera nera
e al suo romanzo rosa
che sfoglia senza posa
al saluto riverente
del peruviano dondolante
che china il capo al lustro
della settima Polàr

Ahi, permette signorina
sono il re della cantina
volteggio tutto crocco
sotto i lumi
dell'arco di San Rocco
ma s'appoggi pure volentieri
fino all'alba livida di bruma
che ci asciuga e ci consuma

che cos'è l'amor
è un sasso nella scarpa
che punge il passo lento di bolero
con l'amazzone straniera
stringere per finta
un'estranea cavaliera
è il rito di ogni sera
perso al caldo del pois di san soucì

Che cos'è l'amor
è la Ramona che entra in campo
e come una vaiassa a colpo grosso
te la muove e te la squassa
ha i tacchi alti e il culo basso
la panza nuda e si dimena
scuote la testa da invasata
col consesso
dell'amica sua fidata

Ahi, permette signorina
sono il re della cantina
vampiro nella vigna
sottrattor nella cucina
son monarca e son boemio
se questa è la miseria
mi ci tuffo
con dignità da rey

Che cos'è l'amor
è un indirizzo sul comò
di unposto d'oltremare
che è lontano
solo prima d'arrivare
partita sei partita
e mi trovo ricacciato
mio malgrado
nel girone antico
qui dannato
tra gli inferi dei bar

Che cos'è l'amor
è quello che rimane
da spartirsi e litigarsi nel setaccio
della penultima ora
qualche Estèr da Ravarino
mi permetto di salvare
al suo destino
dalla roulotte ghiacciata
degli immigrati accesi
della banda san soucì

Ahi, permette signorina
sono il re della cantina
vampiro nella vigna
sottrattor nella cucina
Son monarca son boemio
se questa è la miseria
mi ci tuffo
con dignità da rey
Ahi, permette signorina
sono il re della cantina
volteggio tutto crocco
sotto i lumi dell'arco di San Rocco
Son monarca son boemio
se questa è la miseria
mi ci tuffo
con dignità da rey
 
giovedì, maggio 03, 2007
posted by Fabrizio Giannone at 15:58

Way down Louisiana close to New Orleans,
Way back up in the woods among the evergreens...
There stood a log cabin made of earth and wood,
Where lived a country boy name of Johnny B. Goode...
He never ever learned to read or write so well,
But he could play the guitar like ringing a bell.

Go Go
Go Johnny Go
Go Go
Johny be good

He use to carry his guitar in a gunny sack
And sit beneath the trees by the railroad track.
Oh, the engineers used to see him sitting in the shade,
Playing to the rhythm that the drivers made.
People passing by would stop and say
Oh my that little country boy could play

His mama told him someday he would be a man,
And he would be the leader of a big old band.
Many people coming from miles around
To hear him play his music when the sun go down
Maybe someday his name would be in lights
Saying Johnny B. Goode tonight.