venerdì, gennaio 26, 2007
posted by Fabrizio Giannone at 09:13
Per tutti e per ciascuno arriva l'ora della solitudine. Può giungere a noi da mille luoghi, da mille tempi diversi. Ma per ciascuno e per tutti arriva la sua ora.
Bisognerebbe moltiplicarla per cento, per mille. E' un momento prezioso: guai a lasciarselo sfuggire.
I parenti, gli amici sono lontani. Bisognerebbe impedire anche ai suoni di raggiungerci. Chiudersi in casa: allontanare la città. Costruire con amore il silenzio, pezzo per pezzo. Spegnere ora un suono, ora l'altro. Far scendere la penombra; e nella penombra lasciar vivere solo il ticchettio sommesso di una pendola e il lieve fruscio del respiro.
Quando tutto riposa, lasciar crescere il silenzio e del silenzio cogliere i remoti mormorii, i sussurri dell'udito inoperoso, il misterioso ronzio del moto universale.
Nelle tane degli uomini, nella penombra degli studi, nelle stanze deserte fra le pareti cittadine, il silenzio è un artificio, una conquista. Ma al di là delle mura, lontano dagli asfalti, il silenzio è un dono spontaneo, l'indizio qualificante, il segno esplicito dell'inesausta e operante esistenza del Creato.