venerdì, aprile 13, 2007
posted by Fabrizio Giannone at 20:38
Sono seduto vicino al tavolino della mia stanza e per la prima volta a farmi compagnia non c'è una pinta di birra ma una tazza fumante di te. Da tre lunghi giorni sono completamente integralmente e anche forse stoicamente sobrio. Nessun tipo di alcol ha raggiunto la mia bocca, tolta una birretta che però posso anche considerare analcolica. Il mondo sembra riaprirsi nuovamente. A farmi da complice c'è una camera P.A.U.R.A. Vista sul lago in un comprensorio a dir poco fantastico. Non saranno ferie...ma poco ci manca. Vi lascio con una poesia, una foto del mio lavoro ed un bacio.

C'è voglia di bianco, di trasparenza, di solarità, di limpidezza. Di tornare ad un'infanzia spirituale. Beati i puri di cuore perchè senza riserve sono aperti alla vita. Non conoscono incrostazioni mentali. Bevono direttamente dalla sorgente. E' così difficile ritornare ad un valore dell'essere? E' così difficile rinunciare? Nella cultura moderna sembra che la rinuncia rappresenti il medioevo, il castigo. Un tempo si viveva la mancanza di qualcosa come uno stimolo per ottenerla. Oggi non c'è tempo. Si riceve tutto immediatamente. Informazioni, dati, cibo, amore. C'è bisogno di tornare alle origini per stare bene. Perchè la purezza è funzionale allo star bene dell'uomo. Oggi il benessere è malessere. Ma la vera purezza è riempitiva perchè è libertà vera. Padronanza. Non possedere e non essere posseduti. Non inquinamento. E come dice Richard Rohr, francescano americano, c'è il bisogno di ritornare ad un Uomo Selvatico. Non macho. Ma con un pieno compendio di energia maschile e femminile. Un uomo libero ed equilibrato. Integro nella sua umanità. Responsabile. Un uomo innocente. Pieno. Un uomo che non vuole possedere nessuno ma semplicemente accogliere. Capace di donarsi. In grado di riappropiarsi della sua storia. Capace di sacrificio. Del resto attraverso il sacrificio si rende sacra la propria esistenza. E la si purifica. Proprio per questo motivo il suo senso diventa positivo. Solo il vigliacco ha paura di essere ciò che è. Solo chi non gioca mai non sa giocare.