giovedì, luglio 26, 2007
posted by Fabrizio Giannone at 20:01

Lei ha percorso lo spazio che separa pensiero e azioni molto velocemente. Troppo velocemente per i miei gusti. Improvvisamente mi ritornano alla memoria i tradimenti, una figura paterna assente, una materna invadente, l’incapacità di unirsi. Mi sento inadeguato. Affaticato, come quando sogno di dover correre e non averne le forze o di dover urlare ed essere afono. Alle sue spalle la torre Eifel, alle mie una vita diversa da come la vorrei. Da come l’avrei voluta.

Cerco di calmarmi. Prendo un paio di respiri profondi, tanto da sentire male alla testa. Ma non succede nulla. I ricordi rientrano ordinatamente e facendo silenzio. L’ombra di decine di persone si riflette sulla lente dei suoi occhiali. Cerco di concentrarmi su quella sfuocata immagine, di allontanarmi dalle sue parole. Riacquistare l’equilibrio, ritrovato applicandomi nell’arte dell’autostima e dell’amorproprio, diventa impossibile.

La sveglia mi strappa dall’incubo. Fuori Piove.