giovedì, agosto 02, 2007
posted by Fabrizio Giannone at 10:18
La luna, il suo corpo, le mie dita. In questi giorni la luna sembra finta. Se ne sta lì, pallida e enorme, a guardarti. Lontana da ogni tuo problema.
Attraverso la stanza. Mi guardo intorno, ma non riesco a mettere a fuoco nulla. Neanche lo spigolo del letto che decide di esplodere contro la mia gamba. Tutto improvvisamente torna alla realtà.
Fa caldo, come direbbe qualcuno, un cazzo di caldo. In casa ci sono la bellezza di 32 gradi centigradi, l'umidità sfiora il 100%. In un metro cubo d'aria c'è la stessa quantità d'acqua che sta in un metro cubo di acquario (pieno); praticamente per spostarsi da una camera all'altra si può nuotare. Impossibile e non riscontrabile alcuna funzione celebrale; nulla di nuovo (sotto la luna) quindi.
In qualche modo raggiungo il mio stupendo frigorifero blu, apro la porta anni 50; una forte luce mi illumina. Nel primo ripiano cinque bottiglie d'acqua. Un sorriso in faccia. Penso di fermarmi a dormire nel frigo. Mi asciugo la fronte dal sudore, prendo una bottiglia. Come sono mi trasferisco sul terrazzo dove ho intenzione di passare la prossima mezz'ora a cercare di prendere un pò di fresco (!?) e scolarmi la bottiglia. Se i vicini mi vedessero ora chiamerebbero la polizia. Sono nudo e questo è solamente un terrazzo. Non una spiaggia per nudisti.

Cazzo se fa caldo.